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Incontro con Ines Figini

11 marzo 2014 giornata della “Memoria”. Non è il 27 gennaio ma oggi abbiamo onorato un “debito” ascoltando la signora Ines Figini.

Questa mattina Ines è venuta a trovarci a scuola: è una donna di 92 anni che non li dimostra, una donna distinta, energica , con una voce ferma e decisa ma, nello stesso tempo serena e pacata. È venuta a raccontarci la sua storia, una storia dolorosa che parla di campi di concentramento che hanno visto la sua presenza senza aver commesso alcuna colpa, anche se nemmeno possibili “colpe” possono giustificare l’orrore dei campi di concentramento, se non quella di aver “difeso” degli operai che chiedevano i loro diritti attraverso uno sciopero.  Il suo è un racconto che ha attraversato le sofferenze e le miserrime condizioni  di tanti uomini e donne che hanno “soggiornato” nei campi di lavoro della Germania della seconda guerra mondiale. Il suo  è stato un racconto sereno, pur non nascondendo una palpabile emozione nel ricordare le condizioni di vita in cui vivevano e come venivano trattate dai soldati tedeschi. Poco cibo, molto lavoro, lunghe attese per l’appello mattutino, dormitori (block) strapieni dove per ogni cuccetta vi dormivano anche dieci persone (cinque in un verso e cinque nell’altro … ) bagni inesistenti perché vi erano latrine a cielo aperto e quant’altro. Situazioni, forse, viste in qualche film e lette nei libri ma quando le si ascolta da un testimone che le ha vissute assumono contorni diversi: esse divengono improvvisamente maledettamente reali eppure quanta fatica facciamo a comprendere un orrore così grande da sembrare impossibile. Ma quello che maggiormente colpisce in Ines è la sua pacatezza, la sua serenità e le parole di perdono. Una parola che provoca scandalo: come si può perdonare? Ines afferma che si può perdonare perché, diversamente,  diventiamo come loro, le vittime si trasformano in aguzzini non appena ne hanno la possibilità. Giustizia e non vendetta perché è  la consapevolezza che sia stata fatta giustizia che ti dà il coraggio di ricominciare.

Del pane bianco, il suo profumo. Racconta ancora Ines che, al suo ritorno, ha apprezzato il regalo di due “rosette” di pane; ne ha mangiata solo una perché l’altra la voleva conservare per i suoi genitori di cui non aveva più notizie.

Libertà: anch’essa ha un sapore, un profumo e ha aggiunto l’immagine della libertà “disciplinata”. Un concetto di libertà divenuto inusuale: eppure la libertà è impegno e responsabilità e non dovrebbe occorrere esserne privati per poterla apprezzare in pienezza.

Tante sono state le suggestioni provate durante il suo racconto e tante le domande fondate, pertinenti e per nulla scontate dei nostri ragazzi i quali hanno saputo ascoltare in un rispettoso silenzio pieno di pathos. Una sala piena di ben 480 giovani in perfetto silenzio. Si dicono tanti luoghi comuni sui giovani, spesso senza conoscerli a fondo, giudicando il loro modo di vivere del “qui e ora”, una modalità consumistica di utilizzare gli oggetti (dai vestiti ai cellulari ultimo modello)  che il mondo adulto concede anestetizzandoli dalla vita vera. L’ascolto, la fiducia e la speranza: chi può infondergliele? Oggi Ines ci ha aperto a tutto questo. Noi l’abbiamo ascoltata e lei ha ascoltato noi, ha parlato di perdono, di fede e di speranza. I nostri ragazzi hanno bisogno di questo: testimoni veri che sanno perdonare, infondere fiducia, emozionarsi quando ricevono il semplice dono di un “bigliettone”  che le ragazze della 3M2 hanno preparato e la suggestiva locandina predisposta dai ragazzi della 4G2 e  la promessa dei ragazzi di 4G1 di un CD con la raccolta delle foto che hanno scattato durante la conferenza. Ines si è emozionata e ha aggiunto che tutto questo le dà la forza di andare avanti a raccontare ad altri ancora.

Non c’è più niente da aggiungere se non le parole di uno storico lette a conclusione dell’incontro: “La storia non è fatta per processare, ma per comprendere. Il solo comprendere può diventare un lusso dello spirito, se la storia non serve a renderci migliori.”  M.Bloch “Apologia della storia”

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