La diga come simbolo. Al di là della sua utilità pratica (fonte di energia, riserva idrica, strumento per contenere la furia delle acque, ecc.), com'è stata utilizzata questa costruzione imponente ed impressionante nell'immaginario e nelle creazioni artistiche? Cercheremo di rispondere analizzando qualche film. Nel Fuggitivo la diga viene valorizzata per le sue caratteristiche spettacolari, che sono funzionali ad una pellicola d'azione com'è quella di Davis.
N. Jordan, il regista di In Dreams, se ne serve invece per evocare paure oscure e sentimenti inquietanti.Forse però gli usi cinematografici di questo oggetto che ci interessano maggiormente sono quelli che fanno riferimento alla relazione problematica che vi è tra l'uomo e la natura. La diga infatti viene vista sì come uno strumento di salvezza per gli esseri umani rispetto alle insidie dell'ambiente (La diga sul Pacifico); ma le sue dimensioni gigantesche,
e lo stravolgimento che la presenza di un bacino artificiale esercita sulle caratteristiche del paesaggio (chiude e allaga le valli, ostruisce lo spontaneo fluire delle acque) sono serviti anche ad esemplificare un tipo di rapporto antiecologico, in cui i due termini si rovesciano: nel film di J. Boorman, La foresta di smeraldo, è l'uomo che, costruendo una diga, fa violenza alla natura.
(Foto: la locandina de La foresta
di smeraldo)
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