mafia | |||
Associazione criminale sorta in Sicilia nel XIX secolo, in seguito trasformatasi in una organizzazione affaristico-criminale di dimensioni internazionali tuttora operante. Il fenomeno
mafioso trae le proprie origini da una mentalità di stampo feudale,
secondo la quale i rapporti sociali vengono regolati sulla base del
principio di salvaguardare la propria difesa e i propri interessi senza
ricorrere alle autorità costituite e alla giustizia ufficiale. Lo spirito mafioso poggiava in origine su un rigido codice d'onore fatto di omertà, intimidazioni e privati regolamenti di conti, anche se la pratica dell'omicidio non era ancora una norma. Non passò molto tempo, però, che una serie di ricatti, sequestri ed estorsioni inaugurò la prassi mafiosa di imporre una contropartita in cambio di protezione e salvaguardia della proprietà. Durante il Risorgimento il fenomeno assunse i primi connotati politico-sociali: la mafia divenne strumento dell'aristocrazia o della ricca borghesia per reprimere le rivolte contadine. Il primo
a sferrare un vero e proprio attacco alla criminalità mafiosa
fu il prefetto Cesare Mori, investito di poteri straordinari da Mussolini:
l'azione repressiva del governo fascista in realtà non servì
a estirpare le cause del fenomeno mafioso, favorendone anzi la commistione
con una classe politica che prosperava nel sottogoverno e che si sarebbe
ancor più diffusa dopo il crollo del fascismo. |
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