Volta, in una lettera inviata ad un corrispondente, Padre Barletti, il 18 Aprile 1777, ossia ben più di 200 anni addietro, scrive sulla possibilità di collocare una pistola ad aria infiammabile a Milano e, da essa, fare partire un conduttore che arrivasse fino a Como. In questa città si sarebbe potuto provocare lo sparo della pistola affidando a questo scoppio un determinato significato prestabilito. Volta suggerisce di usare come conduttore di ritorno la terra, facendo pescare, da una parte, un conduttore nell'acqua del Naviglio e dall'altra nel lago di Como, come si deduce da questa affermazione: "...se il filo di ferro fosse sostenuto alto da terra da pali di legno qua e là piantati per esempio da Como fino a Milano e quivi interrotto solamente dalla mia pistola, continuasse e venisse infine a pescare nel canale del Naviglio, continuo col mio lago di Como, non credo impossibile far lo sparo della mia pistola a Milano con una bottiglia di Leyda da me scaricata a Como"
La bottiglia di Leyda era una bottiglia di vetro colma d'acqua, rivestita esternamente ed internamente di stagnola con un tappo attraversato da una asta metallica, immersa con l'estremità inferiore nel liquido e collegata all'altra estremità con un generatore elettrico a strofinio.Tenendo in mano la bottiglia per mettere a terra l'armatura esterna era possibile ottenere una scarica elettrica, tanto più intensa quanto più grande era la bottiglia. |